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In conversazione con Marcello Liverani

  • Immagine del redattore: Redazione
    Redazione
  • 4 giu 2021
  • Tempo di lettura: 4 min

Intervista al compositore, producer e interprete cagliaritano che ha da poco lanciato il suo ultimo disco "Shapes". La sua musica trae ispirazione da immagini, sensazioni e perfino odori.


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Un artista che ha iniziato presto a studiare e produrre musica in vari generi e stili.


Ho sempre avuto un’attrazione molto forte nei confronti della musica. Il fascino dei suoni e del loro combinarsi generando sempre nuovo senso ha sempre rappresentato, per me, un linguaggio diretto e spontaneo eppure misterioso.

Qual è stata la molla che ti ha portato a rendere la musica da passione a professione?


Ho sempre avuto un’attrazione molto forte nei confronti della musica. Il fascino dei suoni e del loro combinarsi generando sempre nuovo senso ha sempre rappresentato, per me, un linguaggio diretto e spontaneo eppure misterioso.

Questa passione totalizzante è stata la molla che mi ha portato, insieme al mio temperamento un po’ troppo avventato, a non darmi il classico “piano B”. Dopo gli studi al conservatorio, infatti, proprio non avrei saputo che altro fare se non occuparmi di musica a livello professionale



Puoi raccontarci qualcosa sul tuo nuovo lavoro discografico “Shapes vol.2”?


Si tratta di un Ep pubblicato da Believe Digital e raccolto, insieme a Shapes vol.1, su Cd e Vinile pubblicati da Blue Spiral Records. In questo lavoro ho seguito quella che è la mia tendenza alle “libere associazioni” tra musica e immagini. In particolare la fotografia del fotografo Cinese Fan Ho mi ha ispirato per via del suo utilizzo della luce come elemento strutturale nei suoi lavori fotografici. In questo caso, in Shapes, la manipolazione dei suoni, esce da un ambito puramente ornamentale per divenire struttura stessa del brano. Ad esempio in Tangles ( presente in Shapes Vol1) sono i riverberi paradossali ed “impossibili” associati al pianoforte ad essere naturale conseguenza del suono ed, insieme, sostanza del brano. In Approaching Light ( brano ispirato direttamente ad Approaching Shadow di Fan Ho) i suoni iniziali generano invece tutto il materiale successivo. Le texture all’interno del brano sono generate da un desiderio di guardare i suoni “al microscopio” amplificandone i caratteri già in nuce.



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Marcello ci svela...


Ascolto anche tanto rock, soprattutto progressive rock e psichedelico. Ci sono poi dei grandissimi musicisti modern classical che mi piace ascoltare di frequente: ovviamente Nils Frahm e Olafur Arnalds ma anche tanti compositori meno conosciuti che ascolto con grande piacere e, anzi, mi piace scoprire di continuo.

Quali sono i generi musicali che ami ascoltare (e chi in particolare artista/gruppo)?


La musica cosiddetta classica innanzitutto, di tutti i periodi e stili: dalla musica medievale a Bach, dai compositori romantici sino all’avanguardia Europea del secondo 900. Ascolto anche tanto rock, soprattutto progressive rock e psichedelico. Ci sono poi dei grandissimi musicisti modern classical che mi piace ascoltare di frequente: ovviamente Nils Frahm e Olafur Arnalds ma anche tanti compositori meno conosciuti che ascolto con grande piacere e, anzi, mi piace scoprire di continuo.



C’è un episodio (o un incontro) nella tua carriera che è stato particolarmente significativo?


Uno dei momenti che più ha segnato la mia esperienza è stata indubbiamente la residenza presso la Biennale di Venezia nel 2012 con conseguente “esecuzione” di una mia installazione sonora. Si trattava di un lavoro complesso ed una sfida che mi diede molta soddisfazione. C’era anche una certa pressione per via del fatto che si trattava di un opera in cui volevo sperimentare la possibilità di far scegliere allo spettatore il suo punto di vista immergendolo in un ambiente sonoro 3D e lasciandolo libero di camminare. Un esperimento sulla percezione che si mostrò soddisfacente ma ha presentato anche qualche debolezza. Proprio questo aspetto mi ha insegnato davvero tanto.



Dove cerchi l’ispirazione per le tue composizioni?


Mi piace cercare ispirazione negli accostamenti sinestetici: immagini, sensazioni, perfino odori. Altre volte tutto nasce da un suono. Credo in generale che il singolo suono abbia già dentro di sé una coreografia che aspetta solo di diventare fomra musicale.


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Amo la letteratura e la fisica che sembrano in antitesi tra loro ma presentano parecchi punti di contatto.

Quali sono gli strumenti che usi per l’esecuzione dei tuoi lavori?


Sono tanti. Naturalmente il pianoforte e direi subito dopo la voce ( altra mia grande passione che coltivo nel canto) che è quasi sempre presente nelle mie composizioni. Poi c’è lo sterminato mondo dey synth: davvero un universo da cui c’è sempre da imparare. Infine amo utilizzare gli strumenti più disparati trattati con l’elettronica: dal violino al glockenspiel, dalle launeddas ai piatti suonati con l’arco del violino…insomma direi che l’unico limite è la fantasia.



Oltre alla musica quali sono le tue passioni?


Amo il contatto con la natura: immergermi nelle passeggiate in solitudine e fare nuotate lunghe. Amo la letteratura e la fisica che sembrano in antitesi tra loro ma presentano parecchi punti di contatto. Sono anche appassionato e pratico arti marziali. Infine la meditazione che mi accompagna da tanti anni.



Cosa vedi nel tuo futuro musicale?


Ho tanti progetti per il futuro: in particolare, dopo il lavoro di quest’anno dedicato al lungo progetto Shapes, mi sto dedicando ad un lavoro più specifico di sperimentazione timbrica sugli strumenti.

Inoltre, una delle cose che più mi piacerebbe ci fossero per il futuro, sarebbe la ripresa degli eventi live in totale sicurezza dopo questo periodo difficile.


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Bio artista

Marcello Liverani è un compositore, producer e interprete nato a Cagliari. La sua musica combina elementi acustici, derivati ​​dal genere Modern Classical, musica elettronica, ambient, elementi beat e sfumature talvolta sperimentali derivate dal suo background. È un artista eclettico attivo anche come insegnante di canto e direttore di coro, come cantante ha pubblicato due album sotto il nome "Reverse Context". Ha studiato composizione nel Conservatorio della sua città natale e dopo la laurea ha studiato nelle accademie europee con compositori come I.Fedele, A. Corghi, H Dufourt e T. Hosokawa. Dopo aver conseguito un Master in Composizione presso l'Accademia di S. Cecilia di Roma, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere vocali, per ensemble e orchestrali, che sono state eseguite in sedi e festival come il Parco della musica a Roma, il “Festival de Acanthes” a Metz e presso la Biennale di Venezia, dove nel 2012 è stato selezionato anche per una residenza artistica. Il suo obiettivo principale nella musica è esprimere il profondo bisogno di abbracciare la semplice poesia della vita attraverso la natura stessa del suono.




 
 
 

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